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Chiesa del Patrono San Giacomo

Protettore di Gratteri

Ad oggi, non abbiamo fonti ufficiali che ci indicano la data della fondazione della chiesa di San Giacomo e l’elezione dell’Apostolo a Protettore di Gratteri. Lo storico locale Isidoro Scelsi sostiene che essa venne eretta sul finire del sec. XVI e precisamente nell’anno 1589, dai devoti Andrea Vaccaro e Domenico Giallombardo (Scelsi, op. cit., p.83). Ganci Battaglia, invece riporta la data del 1686, “come rilevasi da un’incisione sul gradino dell’altare“ (Ganci Battaglia op.cit.). Tuttavia, dallo spoglio dei Riveli – documenti che si conservano presso l’Archivio di Stato di Palermo – si evince che l’ecclesia di Sancto Jacopo, esisteva già nell’anno 1584, ubicata nell’omonimo quartiere sorto grazie alla nuova espansione dell’abitato in direzione nord-est, oltre il torrente.

Gio’ Battista Campagna capo di casa di anni 30, Bella sua mogliere, Silvestro suo figlio rivela una casa existenti in questa terra nella strata di Sancto Jacopo conf. con Andrea di Fatta et con la casa di M° Petro di Majo (Archivio di Stato-Palermo, Riveli Tribunale Real Patrimonio, V. 1166, f. 252, anno 1584).

Sibiuni di Angelo capo di casa di anni 40, Fata sua muglieri, Gioanne suo figlio di anni uno, rivela una casa dove habita a la strata di Sancto Jacobo conf. con la casa di Ambrosio lo Cascio et via pub. per lo prezzo di unzi quatro (Archivio di Stato-Palermo, Riveli Tribunale Real Patrimonio, V. 1166, anno 1584)

Leonora di Gesaro (vidua) capo di casa, Francisco suo figlio di anni 19 – rivela una casa existenti nella strata di Santo Giacobo confinanti con Ramundo di Gesaro et con ecclesia di Sancto Giacobo (ASP, Riveli Tribunale Real Patrimonio, V. 1166, anno 1584)

La chiesetta al suo interno è a tre navate, divise da pilastri in muratura su cui poggiano archi a tutto sesto; la copertura oggi è a capriate lignee dopo il rifacimento del tetto originario, costituito da canne e stuccato con motivi floreali e scene in Coena Domini (Ricordi di Giuseppe Sapienza, intervista 2005). All’esterno invece, si trova una massiccia scalinata in pietra e un campanile affiancato con due sole campane di diversa forma dal caratteristico rintocco argentino.

La chiesa alla fine degli anni ‘50 e fino al 1993, a causa del suo diroccamento, venne chiusa al culto e il simulacro del Santo per tutti quegli anni, venne custodito nella Nuova Matrice.

La piccola chiesa, collocata al centro del paese, ospita il simulacro di San Giacomo Apostolo il Maggiore, posto nella cappella centrale, patrono della comunità; Sant’Isidoro, protettore dei mandriani; Sant’Eligio, protettore degli bordonai e altri Santi cari ai Gratteresi: San Giovanni protettore della testa; Santa Lucia della vista; San Biagio della gola.

Il simulacro ligneo di San Giacomo, rivestito in oro zecchino, è sormontato da una cupoletta lavorata in ferro sorretta da colonnine e terminante con una stella ad otto punte di stile spagnoleggiante. Il peso del fercolo, secondo voci di popolo, è di circa 18 càntari, ovvero 1440 Kg.

L’immagine dell’Apostolo è rappresentata in posizione eretta, con il vangelo sotto il braccio sinistro che testimonia la parola di Dio, mentre impugna nella mano destra in bastone del pellegrino in cui viene legata la coccarda e due chiavi di bronzo a simboleggiare il suo ruolo di custode del paese. Sul cartiglio della navata centrale ancora si legge: “Protector noster est pr. 3220” (È il nostro Protettore, salmo 32, 20).

Nell’inventario dei beni mobili della chiesa di San Giacomo, redatto nel 1910 dal Sac. Procuratore A.Chichi, vicario foraneo, viene detto che la statua di San Giacomo è opera del 1600, “restaurata e indorata a zecchino nel 1897” (Già in Di Francesca P., op. cit., nota 83).

La scultura è fortemente espressiva e il noto etnologo Giuseppe Pitrè così la descriveva: “San Giacomo è una statua al naturale, dal volto rosso, dagli occhi neri e acuti che incutono paura a chi li guarda” (Pitrè G., op. cit.).

La devozione gratterese trae origine, secondo la tradizione, dall’aiuto che il santo diede a Ruggero il Normanno nel combattimento “contro i Saraceni per liberare Gratteri dall’odiata loro oppressione” (Coroncina e lodi in onore di San Giacomo).

Lo stesso Ruggero dopo questo episodio, verso il 1150, volle donare ai Signori di Gratteri la reliquia, un frammento di osso del costato di San Giacomo (Scelsi I. op. cit. pag. 96; Villa Bianca – Opuscoli – Q.q. E102, Bibli. Com.le di Palermo).

Ad ogni modo, già nel 1597 questa è già citata in un inventario relativo alla Chiesa Madre e risulta custodita in una cassettina d’argento assieme ad altre reliquie (Anselmo-Margiotta, op. cit.).

Uno dei più antichi crocifissi di Gratteri, risalente al 1508

All’interno della chiesa di San Giacomo oggi si conserva uno dei più antichi Crocifissi di legno policromo risalente agli inizi del 1500. Il ricercatore Giuseppe Fazio, nella sua tesi di Dottorato sull’esposizione e l’uso della croce negli edifici di culto siciliani fra il Regnum Normanno e il Concilio di Trento, attribuisce quest’opera alla mano di Salvatore Pellenito, dopo aver ritrovato un documento databile al 1508 e proveniente dalla chiesa di San Leonardo, oggi non più esistente.

Quest’opera venne commissionata il 24 aprile del 1508 per tale chiesa di Gratteri insieme ad un’altra croce realizzata dalla mano dello stesso autore. Il secondo crocifisso, oggi non più esistente, era alto quattro palmi (circa m 1,10), corredato da una complessa croce intagliata con capi-croce a tabella tonda.

Sopra il suo capo vi era rappresentato «un pellicano di relevo cum tri pellicanotti et una serpi che staianu tutti sutta lu nidu» e ancora ai piedi del Cristo il corpo di Adamo e una “cunetta” con l’immagine di San Leonardo. Rimane il rammarico per la perdita dell’interessante croce intagliata descritta nel documento, ma fortunatamente uno dei due crocifissi commissionati al Pellinito si è salvato, identificabile dai critici d’arte con quello oggi esposto nella chiesa di San Giacomo in Gratteri. (Vedasi anche S. Anselmo – R.F. Margiotta, I Tesori delle chiese di Gratteri – 2005).

BIBLIOGRAFIA

ANSELMO SALVATORE, MARGIOTTA ROSALIA FRANCESCA, I Tesori delle chiese di Gratteri – Palermo, 2005
DI FRANCESCA PINA, Gratteri, 2000
FAZIO GIUSEPPE, (2015) “lo travo di lo crucifixo”. L’esposizione e l’uso della croce negli edifici di culto siciliani fra il Regnum Normanno e il Concilio di Trento (1149-1555). Tesi di dottorato, Università di Palermo, 2015
GANCI BATTAGLIA GIUSEPPE, Cenni storici e tradizionali del Comune di Gratteri, in “La Trazzera”, Palermo, 1930
PITRE’ GIUSEPPE, Spettacoli e feste popolari siciliane, Torino-Palermo, 1881
PITRE’ GIUSEPPE, Feste patronali in Sicilia, Torino-Palermo, 1900.
SCELSI ISIDORO, Gratteri. Storia, cultura, tradizioni, 1981 – rist. Cefalù, Tip. Valenziano, 2008

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